FAVOLE DI ESOPO - La Lepre e la Tartaruga

 

La lepre e la tartaruga

 

Era una bella giornata di fine maggio e nel bosco la vita scorreva serena. Una lucertola si abbronzava e un paio di scoiattoli andavano a caccia di ghiande. E mentre un usignolo cantava felice, spuntò da una siepe la lepre.

Come suo solito cominciò a vantarsi di saper correre velocissima, di sicuro più di tutti gli altri animali del bosco. Poco distante vide passare la tartaruga e così iniziò a canzonarla per la sua lentezza. Non era la prima volta che accadeva.

Un giorno, però, la tartaruga, stufa di quelle risa e di quelle prese in giro, rispose seccata: “A che ti serve correre veloce se comunque non arrivi in tempo?”.

 “Che cosa vorresti dire?” chiese la lepre.

“Voglio dire che ti sfido, e arriverò per prima!” disse con calma la tartaruga.

La lepre, per tutta risposta, scoppiò a ridere a crepapelle di fronte alla presunzione della testuggine.

“Vuoi davvero fare una gara con me? Mi sembra una follia! In ogni caso, se proprio ci tieni, ci sto! Vedremo chi arriverà prima.”


Le due fissarono il percorso di gara ed il traguardo e il giorno seguente si presentarono puntuali. La lepre e la tartaruga si misero in posizione, mentre tutt’intorno si era creato un piccolo capannello. Animali di ogni tipologia guardavano con curiosità.

“Ai vostri posti! Pronti, partenza... Via!” urlò lo scoiattolo.

La tartaruga, in tutta la sua lentezza, cominciò a muoversi. La lepre, al contrario, scattò da par suo e la superò con facilità. Con fare presuntuoso, tuttavia, non stette troppo a preoccuparsi della sua avversaria. Cominciò così a fermarsi qua e là a chiacchierare con i suoi amici.

Poco dopo si accorse che lì vicino c’era un bel campo di carote; così la lepre decise di fermarsi a fare uno spuntino. Quelle carote erano così saporite, però, che finì per farne una scorpacciata.

Con la pancia piena divenne troppo difficile correre.

“Vediamo dov’è quell’insolente della tartaruga.” mormorò tra sé e sé l’animale. Si voltò e si accorse che era molto indietro. Decise così che c’era tempo per un bel sonnellino e poi vincere in tranquillità quella sciocca gara. Si stese all’ombra di un ciliegio e si assopì.

Intanto la tartaruga, pian pianino, avanzava sempre di più. Col suo passo lento ma regolare raggiunse la  lepre, ancora persa nel mondo dei sogni, e in breve la superò.

Il sole stava ormai tramontando quando la lepre si svegliò, stiracchiandosi. Poi, in un barlume di lucidità, si ricordò della gara e sobbalzò. Quanto aveva dormito? E soprattutto: dov’era finita la tartaruga?

Alzò lo sguardo e la vide lontana, prossima al traguardo.

“No, no, no! Ho dormito troppo!” urlò, disperata.

Cominciò a correre all’impazzata, dando fondo a tutte le sue energie, ma questo sprint finale non bastò a raggiungere la sua sfidante. La tartaruga, con pazienza e impegno, tagliò per prima il traguardo!

Le lepre rimase con un palmo di naso e a quel punto la tenera tartaruga si girò verso di lei e disse: “Hai visto che la velocità non ti è servita a niente? Pensa se tu avessi avuto anche una casa da portarti sulle spalle!”

E mentre la lepre imparava la lezione, la tartaruga veniva portata in trionfo da tutti i suoi amici.

 Qual è la morale? La favola insegna che con l’impegno e la costanza si possono ottenere grandissimi risultati. Tutti possiamo riuscire a “tagliare il traguardo” se crediamo nelle nostre possibilità. Se invece non coltiviamo i doni che la natura ci ha donato, rischieremo di fare la fine della lepre. 

                                                                                     THE END  

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