FAVOLE DI ESOPO - Il Cane da Guardia e il Cane da Caccia

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 IL CANE DA GUARDIA E IL CANE DA CACCIA 

 

C'era una volta un cacciatore che aveva due giovani cani. Erano della stessa razza, molto simili tra loro, ma sin da piccoli l'uomo li aveva addestrati in modo differente. Ad uno aveva insegnato tutti i segreti della caccia, affinché potesse accompagnarlo quando usciva nei boschi alla ricerca di selvaggina. L'altro, invece, lo aveva allevato per fare da guardia alla sua bella casa in campagna. Così, un paio di volte a settimana, il cacciatore prendeva il suo cane ed andava a caccia, lasciando l'altro a protezione della sua abitazione. 

Ogni volta che tornavano il cacciatore prendeva parte della selvaggina cacciata e la lanciava al cane da guardia. La prima volta il cane da caccia rimase in silenzio, un po' stupefatto. Anche la seconda volta rimase in silenzio, al suo posto. 

All'ennesima occasione in cui quella scena si ripeté, però, non ce la fece più e sbottò. Andò dall'altro cane e disse: "Non è giusto! Io faccio tutto il lavoro, perdo giornate intere a caccia, correndo dietro ad ogni animale e sgobbando per chilometri sotto al sole e alla pioggia, e poi il padrone divide tutta la selvaggina anche con te. Tu non fai nulla, sei solo uno scansafatiche! Io mi danno l'anima e tu stai qui buono a goderti i frutti del mio lavoro. Non lo trovo affatto giusto!" 

Il cane domestico non perse la calma e con pacatezza gli rispose: "Io capisco le tue ragioni, hanno un fondo di verità, ma perché ti arrabbi con me? Dovresti prendertela col padrone, che mi ha insegnato soltanto a rimanere qui di guardia. Non mi ha insegnato a lavorare, ma in pratica solo a sfruttare il lavoro altrui." 

Questa favola è adatta a grandi e piccini, perché non si può biasimare la pigrizia di alcuni fanciulli, se quella pigrizia è il risultato dell'educazione dei loro stessi genitori. 

THE END  

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